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| coco hanneth gray"Un mese dopo.."
Avevo passato ogni giorno, ora, minuto, secondo, in quella stanza, perché si sarebbe svegliato da un momento all'altro, io lo sapevo e, avrei dovuto esserci. Mi ero promessa che quando si sarebbe svegliato, sarei sparita dalla sua vita, se si trovava in quel letto era solo colpa mia e quando vuoi davvero bene ad una persona devi capire quando è il momento di lasciarla andare. Poi in realtà nemmeno io stavo ancora bene, il giorno dopo il mio risveglio ero stata operata all'addome, poi dovevo portare sempre una di quelle fasce pesantissime e per niente comode per la costola, avevo un sacco di punti in faccia, una cicatrice in più infondo non era niente di che. Per non parlare di quei giorni in cui ero in coma, era come se avessi un buco nella mia vita ed era bruttissimo. Sinceramente non mi ricordavo nemmeno granché della notte dell'incidente, erano ricordi sparsi e confusionari che terminavo in un bagliore accecante. Però in quel momento io ero sveglia e, non era giusto che lui fosse ancora lì, i medici non davano grandi speranze, mi ero informata e c'erano persone che erano rimasta in come anche per dieci anni, o altre che ancora non si era svegliate. C'erano giorni in cui non facevo altro che starmene lì in silenzio, con la testa appoggiata sul suo letto, tenendogli la mano, mentre altri in cui mi mettevo a parlare a raffica, di tutto. Quello era uno di quei giorni in cui incombeva il silenzio nella stanza, eravamo soli perché sua madre e sua sorella si erano addormentate. Me ne stavo lì con la testa appoggiata sul suo letto, stringendogli la mano come per infondergli le mie energie, che erano molto poche; erano ore che stavo lì a fissarlo, mentre si udiva fuori il vento che tirava fortissimo, facendo rumoreggiare i rami degli alberi, nonostante tutto però era una bella giornata: c'era il sole. Il tempo non passava mai e io ormai vivevo in quella stanza, uscivo solo per andare in bagno, poi mi facevo portare da mangiare lì, a dire la verità io avrei potuto anche fare a meno del cibo ma tutti insistevano perché mangiassi. Poi erano pochi giorni che ero stata dimessa, quindi ormai conoscevo alla perfezione ogni piccolo dettaglio di quella stanza.
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