attesa..., ospedale

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Swath¹³
CAT_IMG Posted on 20/4/2012, 21:06     +1   -1




alexandros thomas tamika
55liW
-VOCE FUORI CAMPO-
[...] Era passato un mese da quella sera, da quella notte infernale, erano le tre del mattino quando un ambulanza portò i due ragazzi all'ospedale, nessuno sapeva le loro sorti, nessuno immaginava cosa fosse capitato realmente quella sera... l'unica cosa certo era che ora quando avevano trovato i due stesi sull'asfalto li avevano trovati mano nella mano. Le ore successive al loro ritrovamento furono ore interminabili, per salvarli entrambi erano tra la vita e la morte. Per fortuna dopo due giorni di coma Coco si svegliò per fortuna aveva solo una costola incrinata e un emorragia interna che fortunatamente riuscirono a fermare in tempo. Lui, Alex invece da quel giorno non se mai più risvegliato, ormai era un mese che era li su quel letto d'ospedale, fermo inerme, racchiuso in un sonno profondo.- FINE VOCE FUORI CAMPO-

Dove mi trovavo? non riuscivo bene a comprendere dove fossi, cosa mi era successo sentivo solo un continuo brusio di voci che andavano e venivano, ma non riuscivo mai a capire cosa realmente dicessero quelle persone. Ricordo poco e nulla dell'ultima volta che mi sono sentito vivo... eravamo sulla superstrada, io e Coco sulla moto di Andrew , due fari accecanti e poi il nulla... ero morto?
 
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mistäkes‚
CAT_IMG Posted on 21/4/2012, 18:53     +1   -1




coco hanneth gray
55liW
Se era quella, allora la morte era facile, molto più semplice della vita, senza dubbio. Avevo sempre creduto che sarei finita in paradiso, infondo ero stata una brava ragazza. In realtà non ero del tutto sicura che fossi morta, non avevo più la concezione del mio corpo, potevo solo pensare, come se non l'avessi già fatto abbastanza durante la vita. Sentivo sempre la voce di mia madre -che non era esaltata come di solito- e anche quella di mio padre, fu quello a farmi credere che dovessi essere morta perché loro non si sarebbero mai rivolti la parola se non fosse stato davvero davvero necessario. In molte delle loro conversazioni si rivolgevano anche a me, sinceramente non comprendevo ciò che dicevano, udivo solo dei brusii ma non riuscivo a distinguere le parole, però quando lo facevano capivo che stavano parlando con me.

Poi alcuni giorni dopo successe. Fu come rivivere il momento esatto in cui avevo smesso di avere la giusta concezione della realtà. Provai così tante cose insieme che è difficile da spiegare. Di nuovo quel bagliore accecante che ci sovrastava. Sì "ci" perché c'era anche Alex con me, doveva essere lì da qualche parte. Poi un dolore che non avevo mai sentito prima di quel momento in tutta la mia vita. Era come essere schiacciati da un'enorme lastra di metallo, avrei preferito rimanere dov'ero piuttosto che dovermi imbattere in tutto quello. Ogni volta che respiravo era come se stessi morendo. Ad ogni respiro delle lame affilate mi perforavano il petto, se avessi potuto avrei scelto di smettere di respirare, piuttosto che sopportare quel dolore. Avrei voluto aprire gli occhi ma ero troppo stanca e debole anche per quello. Non sapevo dov'ero e se fossi sola o c'era qualcuno con me. L'unica cosa di cui ero sicura era che Alex doveva esserci, noi eravamo insieme. Ricordavo solo che non ci parlavamo e, nient'altro. Non riuscivo a muovere nemmeno un dito, però dovevo alzarmi e andare da lui, dovevo dirgli che non ero più arrabbiata con lui. Doveva sapere che lo amavo. Provai a muovere un dito senza essere sicura di esserci riuscita fino a quando non sentii qualcuno piombarmi addosso. Era mia madre, che mi prese la mano e iniziò a piangere, o forse lo stava già facendo da prima? Solo in quel momento capii che non ero pronta ad affrontare la realtà. Provai ad aprire la bocca per parlare ma non uscì niente. Così schiusi le palpebre e la stanza in cui mi trovavo mi apparve sfuocata e surreale, c'era troppa luce e non riuscivo ad aprirli più di così quindi li richiusi, pensai che fosse la soluzione migliore. Le parole di mia madre e mio padre mi arrivarono confuse agli orecchi, erano preoccupati e i singhiozzi di mia madre complicavano il tutto. Ero sicura che l'inferno sarebbe stato meglio.


non sapevo che scirvereee ahaha ma io ora devo andare da alex? come faccio? ahahhaaha
 
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Swath¹³
CAT_IMG Posted on 21/4/2012, 19:24     +1   +1   -1





alexandros thomas tamika
55liW
Ero stufo, ero stufo di tutto quel bianco era come se fossi rinchiuso in una stanza tutta bianca che non aveva ne muri ne finestre, mi trovavo nel nulla più profondo. Non riuscivo a collegare quel posto con qualcosa che avevo gia visto, era un posto nuovo per me , il tempo non passava mai non ricordo quanto ho dormito praticamente e come se stessi sveglio da quando sono arrivato in quel posto. Sono solo, l'unica compagnia che mi tirava un po su erano le voci che mi arrivavano ovattate, come se ad attutire i suoni ci fossero vari strati di ovatta, o di compensato qualunque cosa possa filtrare le voci di chi era all'esterno della mia bolla. Stando li non avevo molto da fare, passavo il tempo pensando a Coco a come stava senza di me , se era felice proprio come avevo pensato quella sera dopo il nostro litigio, lei senza di me sarebbe stata benissimo, senza pensieri e senza problemi. La sua vita senza di me avrebbe preso una piega migliore ... forse era anche per questo che non sentivo la voglia di combattere, di uscire da quello stato di apatia di vuoto. Perché nel mio inconscio forse pensavo che era meglio così, rimanere nel limbo o sopperire per sempre.

Varie volte avevo pensato di arrendermi, di solito nei film quando le persone si trovavano in queste persone si doveva scegliere se combattere e svegliarti o lasciarti andare e sopperire, io come uno stupido ho provato a lasciarmi andare ma nulla non era come nei film ... questa era la realtà e non so per quale motivo non riuscivo ad andarmene era come se qualcosa mi tenesse ancora legato al mondo all'esterno della bolla.
L'unica cosa che rimpiangevo era quella di non averla salutata come si deve, anche se ero fermamente convinto che stava meglio senza di me, se sapevo cosa mi sarebbe spettato le avrei detto addio e le avrei detto ancora una volta quando l'amassi. Non importava se lei ricambiava o no ma volevo almeno salutarla per un ultima volta invece ora l'ultimo ricordo che ho di lei, era quello di una Coco incavolata nera con me, piena di odio e rancore nei mie confronti.

menomale che non sapevi che scrivere ahahahah
 
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mistäkes‚
CAT_IMG Posted on 22/4/2012, 18:31     +1   -1




coco hanneth gray
55liW
L'unico pensiero che mi permetteva di resistere a tutto era Alex. Pensando a lui era come se il dolore che provavo su ogni parte del corpo cessasse di esistere. Dovevo combattere contro la lastra di metallo che mi opprimeva, solo così avrei potuto di nuovo perdermi nei suoi occhi. Alex.. Stavo pensando a lui così profondamente a lui che il suo nome mi uscì dalle labbra senza che nemmeno me ne accorgessi. A quel sussurro sentii la presa di mia madre farsi ancora più stretta. Iniziò a farfugliare che dovevo riposarmi e che sarebbe andato tutto bene. Perché cosa c'era che non andava in quel momento? Aprii di nuovo gli occhi e stavolta combattei contro me stessa per tenerli aperti. Non riuscii a capire dove mi trovassi, inclinai leggermente la testa e vidi mia madre in lacrime sopra di me, con un piccolo sforzo mi guardai un po' intorno ma non vidi mio padre, eppure ero sicura di averlo sentito parlare, forse me l'ero immaginato. Capii dove mi trovavo quando vidi mio padre entrare dalla porta, seguito da un uomo con un camicie bianco, quello spiegava tutto il dolore che stavo sentendo da ogni parte del corpo. Il dottore, che era un uomo altissimo e imponente, ordinò a mia madre di spostarsi e iniziò a guardarmi e a parlarmi, dicendomi cose che si dicono di solito ai cani o ai bambini piccoli. Disse che non dovevo sforzarmi e che dovevo riposarmi, ma a me sembrava di essermi riposata anche troppo, volevo solo alzarmi da quel letto scomodo -che non aiutava la mia condizione fisica- e andare da Alex, ero sicura che mi stesse aspettando, anzi rimasi anche un po' delusa quando non lo vidi lì insieme a mia madre e mio padre. Quando il dottore uscì si portò dietro mio padre e, io rimasi lì con mia madre. Si avvicinò di nuovo chiedendomi se ricordassi quello che era successo, evidentemente non ero confusa solo dentro ma anche fuori. No.. ma Alex dov'è? Vallo a chiamare mamma. Parlavo a stento, tanto che non riuscivo nemmeno a riconoscere la mia voce. Mia madre iniziò di nuovo a piangere e io ci capivo sempre di meno, perché non mi rispondeva? Ringraziai il signore quando iniziò a spiegarmi bene dove fossi e perché. Le sue parole mi risuonarono nella testa. Incidente? Dopo la sua spiegazione capii perché Alex non era lì, sperai con tutta me stessa che le mie supposizioni fossero sbagliate. Continuai a chiederle dove fosse Alex ma lei non dava cenno di voler rispondere. Rimasi in silenzio, non volevo sprecare tutte le mie energie per continuare a chiederle dove fosse, tanto sapevo che non mi avrebbe risposto. Quindi sarei dovuta uscire da quella stanza, non mi interessava di tutto il dolore che avrei sentito, non mi interessava se sarei caduta e non mi interessava se mi sarebbe successo qualcosa, stavo molto meglio dov'ero prima di ritornare alla realtà che come al solito non aveva niente di buono per me.
Feci scivolare le gambe fuori dal letto e solo allora mi accorsi di essere attaccata ad una macchina. Cosa? E' assurdo io non ho bisogno di tutto questo. Pensai mentre staccavo tutto quello che mi avevano attaccato addosso, mi sembrava di essere in un incubo, era tutto assurdo e surreale. Quando mia madre si rese conto di quello che stavo facendo iniziò ad agitarsi dicendomi di fermarmi e di rimanere nel letto, ma era pazza, come facevo a rimanere lì senza fare niente? Dovevo trovare Alex al più presto e dato che nessuno voleva dirmi dove si trovasse, se ancora era su questo mondo, avrei fatto da sola.
 
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Swath¹³
CAT_IMG Posted on 23/4/2012, 18:15     +1   +1   -1





alexandros thomas tamika
55liW
Non ricordavo, non sapevo da quanto tempo ero in quello stato, perché immaginavo cosa mi fosse successo, ricordavo tutto di quella notte dalla nostra litigata fino a quei fari abbaglianti e lo schianto. L'unica cosa che in quel momento prima dell'impatto ho pensato, era l'assicurarmi che lei stesse bene, che lei non si fosse fatta niente. Dovevo ammetterlo, ormai lei era la mia vita era tutto per me anche se litigavamo ogni secondo e non riuscivamo a stare tranquilli più di dieci minuti era davvero tutto per me. Oltre ad essere ora la mia ragazza - aspetta no ora non lo era nemmeno più - era una sorella era la mia migliore amica. Ogni tanto vedevo dei flash della mia vita, delle immagini che racchiudevano gli avvenimenti più belli e anche meno ... di tutta la mia esistenza, dal'infanzia fino all'adolescenza.
flashback
A:daiii su pelandronaa cammina siamo rimasti dietro per colpa tua tutti sono gia arrivati!
C:ma io sono stanca Ale non voglio collele...
Due bambini di cinque e sei anni si trovavano all'interno del grande parco nazionale della città, entrambi li per una gita scolastica con la classe. Era in atto una gara, una caccia al tesoro dove tutti i bambini avevano una lista, con degli oggetti da trovare e chi li trovava in minor tempo , vinceva. Alex era determinato a vincere ma era capitato in coppia con la sua amichetta Coco una bimba più piccola di lui che era molto piagnucolona e per niente simpatica.
I due bambini erano in netto ritardo perché la piccola Coco era lenta e non le andava di correre, Alex per non lasciarla dietro rimaneva al passo con lei. Ad un tratto il ragazzino le andò vicino e la tirò per un polso iniziando a correre ma la bambina inciampò su di una radice scoperta cadendo rovinosamente interra.
C: ahhhiii mi sono fatta malee, sei cattivo Ale !!
A: aaa ma come sei una frignona fammi vedere...
Alex si accovacciò vicino alla bambina e contro la sua gambina, aveva tanti piccoli graffi che iniziavano a sanguinare, a questo punto lui si sfilò la bandana che aveva sul capo, la bagnò con l'acqua della borraccia e la lego al ginocchio .Coco rimasi li ferma a guardarlo con occhioni grandi e lucidi, alex alzò lo sguardo e capi di aver sbagliato non doveva tirarla , cosi alzandosi la prese in braccio issandolsela sulle spalle.
A:mantieniti scricciolo se no cadi e ti fai più male.
c:OK
questa fu l'unica parolina fata dalla piccola , per poi poggiare il capo sulla spalla del bambino e cadere in un sonno profondo, era stanca e non aveva mai camminato cosi tanto in vita sua.
[...] Un oretta doto Alex era riuscito ad arrivare dai maestri e piano mise giù coco iniziando a sussurrargli di svegliarsi. La piccola poco dopo apri gli occhioni e guardando alex disse
C: graizie ale ... sai ti volio bene sarai sempre il mio migliore amico.

fine flashback
Ricordavo quel giorno come fosse ieri, cosi era iniziata la nostra amicizia e nessuno dei due si aspettava che un giorno sarebbe diventata molto di più.
 
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mistäkes‚
CAT_IMG Posted on 23/4/2012, 20:45     +1   +1   -1




coco hanneth gray
55liW
Uscii da quella stanza che mi stava decisamente troppo stretta, lasciandomi dietro le parole di mia madre che iniziò a sbraitare per attirare l'attenzione del medico, come se fosse bastato a fermarmi. Gli ospedali non mi piacevano, per niente. Specialmente se accoglievano persone che erano più importanti della mia stessa vita. Iniziai a girovagare per i corridoi, non sapevo nemmeno io dove stavo trovando la forza, mi faceva tutto male e ad ogni passo era come ricevere una pallottola nelle gambe. Mi guardavo in giro bene attenta a soffermarmi con lo sguardo su ogni persone, ogni stanza, per assicurarmi che non fosse Alex, allo stesso tempo però avevo paura di imbattermi nella realtà.
Camminavo trascinandomi dietro i piedi come se fossero delle zavorre ed ero appoggiata al muro, perché ero quasi sicura che sarei crollata a terra da un momento all'altro. Quel posto sembrava non cambiare mai, era tutto uguale e in ogni angolo dell'edificio si respirava aria di disperazione. Poi sentii una voce familiare, molto familiare. Aumentai il passo per quanto mi fosse possibile e poi vidi la madre di Alex seduta su una di quelle sedie bianche dall'aria scomoda che alloggiavano fuori da ogni stanza. In realtà non era molto lontano dalla mia stanza, solo a me era sembrato di aver percorso un chilometro. Molto probabilmente sentii qualcuno avvicinarsi perché appena mi avvicinai alzò la testa e quando mi vide per poco non le prendeva un infarto. Si alzò venendomi incontro e affrettandosi a guardare intorno alla ricerca di un'infermiera o qualcuno che potesse riaccompagnarmi nella mia stanza. Quella era stata la risposta a tutte le mie domande, che non impedì ugualmente di farle quella domanda stupida, con un filo di voce che a stento riuscì ad uscire dalla mia bocca. Cosa ci fa lei qui..? Non le diedi il tempo di rispondere che subiti me la scostai di dosso raggiungendo la porta. Per quanto volessi entrare non riuscivo a tirare giù quella maniglia. Poi chiusi gli occhi e la aprii, chiudendomela poi alle spalle.
Vidi le mie paure materializzarsi e venni invasa da una bufera di emozioni che volevano buttarmi giù. E' tutta colpa mia. Continuai a fissare la sua figura immobile su quel letto e istintivamente mi avvicinai. Ero terribilmente arrabbiata con me stessa e con il mondo, e con Dio, se davvero c'era qualcuno lassù. Ero convinta del fatto che fosse tutta colpa mia, ero io che avevo insistito per tornare alla festa, per colpa mia che avevamo litigato. Dovevo allontanarmi da lui e dalla sua vita o gli avrei fatto solo del male.
La mia mano partì da sola alla ricerca della sua, stringendola come quando ci odiavamo ancora. Se avessi potuto avrei dato la mia stessa vita per permettergli di poter uscire da quella stanza.
 
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Swath¹³
CAT_IMG Posted on 23/4/2012, 22:22     +1   -1





alexandros thomas tamika
55liW
Quei ricordi mi invadevano la mente, era ormai la mia costante pensare a lei a quanto fosse importante per me , e soprattutto ho pensato che non potevo fare a meno di lei. Se avrei avuto un futuro dovevo lottare per averlo con lei al mio fianco. So che sono contraddittorio che poco prima dico di volerla lasciare andare e poi mi rimangio la parola ma lei è il mio tutto come. Ma le probabilità di un mio risveglio sentivo che sarebbero state molto poche, ormai non combattevo più mi stavo arrendendo. Pensai e ripensai a cosa lasciavo, oltre a Coco ... come avrebbero fatto mia madre e mia sorella ora che non si sarei stato nemmeno io? gia dopo il divorzio dei miei io ero l'uomo di casa , ed ora senza di me ? si se la sarebbero cavata sono donne forti e poi Cece ha il suo ragazzo che la protegge... sospirai o almeno cosi pensavo di fare nel mio inconscio e caddi in un tepore caldo ma fastidioso. Non so quanto tempo passò ma sentivo una presenza strana e nuova . Senti poi un brusio anche se quel tono di voce mi era famigliare e il tocco della sua mano ... lo sentivo lo avvertivo ed era piacevole.


 
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mistäkes‚
CAT_IMG Posted on 24/4/2012, 15:31     +1   -1




coco hanneth gray
55liW
"Un mese dopo.."

Avevo passato ogni giorno, ora, minuto, secondo, in quella stanza, perché si sarebbe svegliato da un momento all'altro, io lo sapevo e, avrei dovuto esserci. Mi ero promessa che quando si sarebbe svegliato, sarei sparita dalla sua vita, se si trovava in quel letto era solo colpa mia e quando vuoi davvero bene ad una persona devi capire quando è il momento di lasciarla andare. Poi in realtà nemmeno io stavo ancora bene, il giorno dopo il mio risveglio ero stata operata all'addome, poi dovevo portare sempre una di quelle fasce pesantissime e per niente comode per la costola, avevo un sacco di punti in faccia, una cicatrice in più infondo non era niente di che. Per non parlare di quei giorni in cui ero in coma, era come se avessi un buco nella mia vita ed era bruttissimo. Sinceramente non mi ricordavo nemmeno granché della notte dell'incidente, erano ricordi sparsi e confusionari che terminavo in un bagliore accecante. Però in quel momento io ero sveglia e, non era giusto che lui fosse ancora lì, i medici non davano grandi speranze, mi ero informata e c'erano persone che erano rimasta in come anche per dieci anni, o altre che ancora non si era svegliate.
C'erano giorni in cui non facevo altro che starmene lì in silenzio, con la testa appoggiata sul suo letto, tenendogli la mano, mentre altri in cui mi mettevo a parlare a raffica, di tutto. Quello era uno di quei giorni in cui incombeva il silenzio nella stanza, eravamo soli perché sua madre e sua sorella si erano addormentate. Me ne stavo lì con la testa appoggiata sul suo letto, stringendogli la mano come per infondergli le mie energie, che erano molto poche; erano ore che stavo lì a fissarlo, mentre si udiva fuori il vento che tirava fortissimo, facendo rumoreggiare i rami degli alberi, nonostante tutto però era una bella giornata: c'era il sole. Il tempo non passava mai e io ormai vivevo in quella stanza, uscivo solo per andare in bagno, poi mi facevo portare da mangiare lì, a dire la verità io avrei potuto anche fare a meno del cibo ma tutti insistevano perché mangiassi. Poi erano pochi giorni che ero stata dimessa, quindi ormai conoscevo alla perfezione ogni piccolo dettaglio di quella stanza.


 
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Swath¹³
CAT_IMG Posted on 24/4/2012, 20:45     +1   -1





alexandros thomas tamika
55liW
Non c'è la facevo più, volevo che tutto finisse al più presto, se dovevo morire che veniva e basta perché quella situazione era snervante. Ogni giorno sentirla piangere non poterla abbracciare e tenere stretta a me mi lacerava dentro. Erano giorni che la sentivo li vicino a me , ormai la sua presenza era costante, la sentivo e me ne beavo anche se in un modo strano la sua compagnia mi rendeva felice, ma anche triste allo stesso tempo, perché sentirla piangere era una cosa tremenda, la mia Coco era difficile trovarla cosi fragile che piange ed è triste, lei è la persona più forte che io conosca. Sapevo che una volta che tutto ciò fosse finito lei sarebbe stata più felice, se io non c'ero la sua vita sarebbe stata migliore ma se in un ipotesi azzardata io mi sarei risvegliato beh avrei fatto di tutto per tenerla stretta a me e non lasciarla mai più.

Quel giorno non so perché ma sentivo la sua presenza in modo più chiaro più nitido, sentivo quasi il suo calore vicino a me, ed ormai era tantissimo tempo che non provavo più nessuna sensazione se non quella di nostalgia e dolore nel sentirla cosi triste. Ad un tratto senti come un brivido e piano apri gli occhi, la luce della stanza mi accecava era troppo forte, avevo voglia di gridare di spegnere quella luce ma noo la prima cosa che mi usci dalle labbra fu il suo nome... Coco... e piano cercai la sua mano che era poco distante dalla mia...



 
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mistäkes‚
CAT_IMG Posted on 25/4/2012, 14:32     +1   -1




coco hanneth gray
55liW
Socchiusi leggermente gli occhi, ero stanchissima, tanto lui non poteva scappare, purtroppo. Poco dopo mi trovai così immersa nei miei pensieri che mi parve di sentire la sua voce chiamare il mio nome, sospirai e scossi la testa, mi era sembrato davvero reale. Poi sentii la sua mano stringere la mia e aprii subito gli occhi, si era svegliato. Rimasi lì a fissarlo, immobile, senza dire niente. Era così bello vederlo di nuovo ad occhi aperti, avevo un miliardo di cose da dirgli ma in quel momento non me ne veniva in mente nemmeno una. La prima cosa che era uscita dalla sua bocca era stato il mio nome, forse si era accorto che io ero lì con lui, dopotutto anch'io avevo sempre sentito la presenza dei miei vicino a me. Mi avvicinai a lui, senza distogliere lo sguardo da lui. Ero terrorizzata all'idea di scoprire che fosse tutto un sogno, avevo paura di risvegliarmi vicino a lui che stava ancora in quel letto senza fare niente. Io.. sono qui dissi con un filo di voce, stringendo ancora di più la sua mano, non avrei voluto lasciarla più per niente al mondo, anche se sapevo che dovevo farlo, dovevo allontanarmi da lui, se non fosse stato per me non si sarebbe mai trovato in quella situazione.
 
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Swath¹³
CAT_IMG Posted on 25/4/2012, 14:41     +1   -1





alexandros thomas tamika
55liW
Ero stanco, era una cosa impossibile ma era così,mi sentivo stanco e spossato,avevo tutti i muscoli indolenziti e la testa che mi girava ma vedere quei suoi occhioni blu mi faceva forza, era l'unica forza che mi dava per tenere ancora gli occhi aperti. Perché ero li li per chiuderli di nuovo, ma dovevo resistere, dovevo farlo per lei... che era sempre rimasta li al mio fianco. Mi disse che era li non appena senti che la chiamavo, sospirai e accennai un sorriso per poi cercare di tirarla a me stringendogli, la mano. Odiavo quella situazione, non riuscivo a muovere un muscolo, mi faceva male tutto... non te ne andare... riusci a dire rimani... qui ...con ..me ... dissi a tentoni, mi mancava un po il respiro ma c'è l'a facevo a parlare. Ora tutto ciò che desideravo e stare con lei e basta. Non ricordo cosa era successo so solo che qui fari non avevano portato nulla di buono.




ahahaha lui quando era in coma si ricordava di quello che era successo quando si sveglia il nulla ahahaha
 
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mistäkes‚
CAT_IMG Posted on 25/4/2012, 21:29     +1   +1   -1




coco hanneth gray
55liW
Dopo le mie parole lo vidi sorridere e stavo per mettermi a piangere do nuovo, no anzi non feci in tempo a decidere di fermare le lacrime che quelle iniziarono a scendere sul mio volto. In quei giorni avevo pianto più di quanto non avessi mai fatto in tutta la mia vita, in quel momento non sapevo se fossero lacrime di gioia, rabbia, paura o altro, comunque sia odiavo piangere in qualsiasi situazione. Avevo sempre pensato che solo le persone deboli piangessero, non mi disperavo mi troppo su quello che mi accadeva, almeno non esternamente, ma piuttosto mi facevo forza e andavo avanti. Sperai che non se ne accorgesse perché non volevo che si preoccupasse ancora per me, non volevo più essere un peso per lui, anche se ero sicura che non l'avrebbe mai ammesso. Avevo sempre portato avanti la mia tesi con fermezza: l'amore non esiste; continuavo a ripetermi. Non mi ero mai accorta di averlo sempre avuto sotto gli occhi, a portata di mano. In quei giorni avevo avuto così paura da ricredermi anche su quello, l'amore esisteva senza ombra di dubbio, altrimenti non avrei saputo come definire quelle provavo.
Mi avvicinai per abbracciarlo, forse non avrei nemmeno potuto, ma non mi importava, io dovevo farlo perché avevo bisogno di sentirlo di nuovo vicino a me, mi era mancato da morire e, sarei anche morta per farlo risvegliare, se fosse stato possibile. Voleva che rimanessi lì con lui, ma perché? Lui doveva odiarmi, ero solo una ragazzina scema e testarda che per poco non ci aveva uccisi entrambi.


si appunto ahahahahaha xD oh in questi giorni scrivo tanto, mi è presa l'ispirazione ahahah


 
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Swath¹³
CAT_IMG Posted on 25/4/2012, 22:00     +1   -1





alexandros thomas tamika
55liW
Piccola lacrime andarono a rigare il suo volto, e non ce la feci sospirai e cercai di dirle che non doveva ... ogni volta che lei piangeva il mio cuore si stringeva e stava male, non mi era mai successo con nessuno, anche con mia madre e mia sorella era un dolore diverso questo invece era un misto di tante emozioni forti miste a dolore e e dispiacere. Poco dopo le mie parole però lei si gettò addosso a me stringendomi in un abbraccio,le braccia mi facevano male ma non potevo non stringerla a me, non potevo non rivivere quella sensazione unica di quando era tra le mie braccia. Ci staccammo e io la guardai in quei grandi occhioni ora piene di lacrimoni, con un dito scacciai via una lacrima che scendeva piano piano sul suo volto per poi raggiungere le labbra ... non ... e tossi forte... piangere .. dissi prendendo un respiro profondo e accennando un sorriso mi fai un sorriso st..treghetta...? le domandai. Volevo vederla sorridere come faceva lei, con quel sorriso che mi scioglieva e mi riempiva il cuore.




ama hai visto come scrivo ahahah che lui sta male e no riesce a respira ahaha ù.ù sono bravinaaa comunque menomaleee che sei ispirataaa ahahah


 
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mistäkes‚
CAT_IMG Posted on 26/4/2012, 18:09     +1   -1




coco hanneth gray
55liW
Una volta che lo abbracciai sentii le sue braccia stringersi a me, la sua stretta non era come sempre però, era ovvio che stava male, solo a pensarci mi veniva ancora di più da piangere, non volevo vederlo così, volevo fare qualcosa ma purtroppo non potevo fare niente; anzi avevo già fatto abbastanza, costringendoci a rimanere in quell'ospedale tutti e due. Mi disse di non piangere, mentre con un dito scacciava via una lacrima che stava scendendo senza freni sul mio volto. Quando mi disse di sorridere, mi venne spontaneo, però le mie lacrime non cessarono di bagnarmi il viso. Non mi piaceva stare con lui così, però ero felicissima di poter sentire anche la sua voce e di poter ancora vedere i suoi occhi, quello era molto meglio di qualsiasi altra cosa al mondo. Dovevo dirgli che l'amavo, una volta per tutte, dato che era convinto che a me non importasse niente di lui, anche se era vero che io non avevo mai fatto niente per dimostrargli il contrario, testarda com'ero a portare avanti la mia idea per cui l'amore non esiste e, proprio per quel motivo mi odiavo ancora di più, ce l'avevo a morte con me stessa. Però non potevo dirglielo in quel momento, lui era lì che stava male ed ero sicura che non gli sarebbe importato di sapere ora quello che avevo cercato di nascondere per così tanto tempo. Mi accorsi poco dopo che ero ancora rimasta in silenzio, ma ero così sconvolta da non sapere cosa dire, mi sembravano tutte delle stupidaggini. E' stata tutta colpa mia.
 
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Swath¹³
CAT_IMG Posted on 26/4/2012, 20:39     +1   -1





alexandros thomas tamika
55liW
Mi strinse cosi forte che un po di dolore lo senti, ma appena si rese conto di ciò si staccò un po da me sorridendomi dopo che le avevo chiesto di farmi un sorriso. Mi era mancato davvero, quel sorriso che tanto adoravo di lei. Sorrisi a mia volta e piano presi a carezzarle il viso e poi chiudere gli occhi e bearmi del suo profumo. Ora che ci pensavo non mi mancava molto la mia vecchia vita, uscire ogni sera con una diversa, ubriacarmi e stare fuori fino a tarda notte, non era poi cosi divertente fare quella vita dopo un po diventa oppressiva, anche se non dovrebbe. Perché credo che ogni uomo prima o poi vorrebbe mettere radici e trovarsi un futuro con qualcuno solito con dei veri sentimenti e non solo alimentati dalla passione nel momento. Con Coco ammetto che era difficile fare un discorso e non finire per litigare ma passare il tempo con lei non mi bastava mai, non avevo voglia di scappare e andare da qualcun'altra, e se avevo sbagliato a dare corda a quella sciacquatura era solo perché avevo paura di ammettere a me stesso che ero innamorato per la prima volta nella mia vita, per la prima volta dovevo ammettere che il mio cuore dipendeva da quello di qualcun altro. Le sue lacrime non smettevano di scendere, continuava era come se non riuscisse a fermarsi anche se mi aveva sorriso, non cambiava la situazione. Vedevo il senso di colpa nei suoi occhi e le sue ultime parole confermarono la mia tesi, ormai ero capace anche di capirla con uno sguardo. Sorrisi e scossi il capo non... ti permettere ... di dire una cosa del genere dissi deglutendo a fatica avevo bisogno un po dì'acqua avevo la bocca secca. Guardai sul comodino e c'era una brocca piena d'acqua fresca, cercai di sporgermi ma nulla allora mi accagliai sul letto sospirando esasperato, non riuscivo a fare nulla non è colpa tua ... dovevo controllare che quello non era il senso giusto... . Le presi una mano e la intrecciai alla mia, era tutta colpa mia è solo colpa mia... io ti ho messo in pericolo e non è colpa tua




 
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37 replies since 20/4/2012, 21:06   246 views
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